Pasta di grano duro, le nuove diciture da esporre

Per i produttori di paste alimentari di grano duro (esclusi i produttori di pasta fresca e stabilizzata) arriva l’obbligo di indicare la provenienza, ovvero, l’origine della materia prima utilizzata per la realizzazione del prodotto finale. Dal 17 febbraio 2018 sulle etichette dei prodotti chiamati in causa dall’ atto n.191 del 17/8/2017 della Gazzetta Ufficiale dovranno essere indicati: il Paese di coltivazione del grano duro, come pure, il Paese nel quale è stata effettuata la molitura.

 

Le diciture nei i casi di molteplici paesi di provenienza saranno le seguenti:

  • “UE” nel caso le operazioni avvengano in più paesi membri dell’Unione Europea;
  • “UE e non UE” in caso di coltivazione e/o molitura in Paesi membri, e non;
  • “Non UE” per  grani coltivati o semole ottenute in paesi al di fuori dell’Unione Europea;
  • “il nome del Paese”, nel caso, almeno il 50% del grano provenga da quest’ultimo, oltre alle “diciture sopraccitate” per la restante quantità di materia prima.

In base a quanto stabilito dall’atto, per agevolare l’informazione nei confronti dei consumatori “i Ministeri dello Sviluppo Economico e delle politiche Agricole Alimentari e Forestali  possono definire campagne di promozione dei sistemi di etichettatura” . Le  indicazioni, inoltre dovranno essere “facilmente visibili, chiaramente leggibili ed indelebili”.

Il commento di Confartigianato Sardegna

“La tracciabilità e la trasparenza sono elementi fondamentali soprattutto nella nostra regione, ma non vorremmo che il Decreto si trasformasse nell’ennesimo balzello e si rivelasse un intoppo burocratico, considerate le normative europee sufficientemente restrittive. Ricordiamo che lo stesso legislatore europeo ha già fatto presente come i costi derivanti da tale introduzione sarebbero superiori ai benefici dei consumatori e degli stessi produttori. In ogni caso, riteniamo opportuno, e importante, informare le imprese affinchè quelle toccate dal provvedimento possano adeguarsi, nei tempi giusti, alle nuove regole. La nostra Isola, infatti, in questo campo ha enormi possibilità di sviluppo e, per questo, i prodotti dovranno essere sempre più rispondenti a un mercato globale. ”

Queste le dichiarazioni rilasciate dal Presidente di Confartigianato Sardegna, Antonio Matzutzi, che conclude “ricordiamo che, se nel frattempo non interverranno le ventilate procedure di infrazione nei confronti dell’Italia, l’obbligo dell’etichettatura entrerà pienamente in vigore a febbraio e che per le aziende interessate sarà indispensabile informarsi e conoscere l’ambito dell’applicazione del Decreto”

I numeri

  • 270 è il numero di aziende che si occupano di pastificazione in Sardegna;
  • 1300 è il totale dei lavoratori del settore;
  • Il 6,5% rappresenta la quantità delle imprese isolane sul territorio nazionale;
  • 222 sono le ditte artigiane sarde che fanno parte dell’ Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del Ministero delle Politiche agricole e alimentari.

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